Gli ultimi anni hanno visto un boom dell’utilizzo dei voucher, i famosi “ticket da mini-impieghi”, che sono diventati lo strumento per spacciare come accessori od occasionali attività che accessorie od occasionali non sono. Non si è trattato infatti di un’operazione tendente a ridurre realmente la precarietà, quanto piuttosto di una sostituzione nella sola “ forma”, che nella “sostanza” ha peggiorato la condizione dei lavoratori pagati oggi con i voucher.
I voucher sono ormai di fatto uno strumento malato di sommersione e precarizzazione del lavoro: uno o due voucher servono per “coprire” un’intera giornata di lavoro ed anche più, evitando controlli e pertanto favorendo, non ostacolando, il pagamento in nero.
L’alternativa all’abrogazione dei voucher non è affatto il lavoro nero. La Cgil ha una proposta chiara contenuta nella Carta dei Diritti Universali del Lavoro: il lavoro occasionale va normato con uno strumento di natura contrattuale che assicuri pienezza contributiva, previdenziale e assicurativa.
Art. 80 e Art. 81 della Carta dei Diritti Universali del Lavoro
IL QUESITO
Abrogazione del lavoro accessorio (voucher) «Volete voi l’abrogazione degli articoli 48, 49 e 50 del decreto legislativo 15 giugno 2015, n. 81, recante “Disciplina organica dei contratti di lavoro e revisione della normativa in tema di mansioni, a norma dell’art. 1, comma 7, della legge 10 dicembre 2014, n. 183”?»